Gerritsen Tess - 2015 - Il battito del sangue by Gerritsen Tess

Gerritsen Tess - 2015 - Il battito del sangue by Gerritsen Tess

autore:Gerritsen Tess [Gerritsen Tess]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788830446052
Google: Xo2cCwAAQBAJ
editore: Longanesi
pubblicato: 2016-06-21T22:00:00+00:00


13

Lorenzo uscì nella notte con la sciarpa sul volto per non farsi riconoscere. L’allarme continuava a suonare incessante, come se il cielo gridasse di disperazione. In Campo della Carità si era radunata una piccola folla di veneziani che si scambiavano voci e notizie. Se ci fosse stato davvero un bombardamento, la morte li avrebbe trovati allo scoperto e li avrebbe puniti per la loro curiosità. Ma, come le altre notti, anche quella sera Venezia scampò ai raid aerei e coloro che si attardarono all’aperto patirono solo il freddo a mani e piedi e la mattina dopo si pentirono assonnati di essersi coricati tanto tardi.

Nessuno notò il ragazzo che passava furtivo.

In quella notte nebbiosa e piena di confusione, Lorenzo riuscì ad attraversare, non visto, il sestiere di San Polo. Lo aspettava un’impresa al limite dell’impossibile, però: uscire dalla città con i suoi familiari prima che rischiarasse. Sua madre ce l’avrebbe fatta ad arrivare a piedi fino a Padova? Sarebbe stato meglio mandare avanti Marco e Pia? Se si fossero divisi, sarebbero poi riusciti a ritrovarsi?

Sentì delle urla e rumore di vetri infranti e riparò nell’ombra. Sbirciò dietro l’angolo e vide che i tedeschi trascinavano fuori da una casa un uomo e una donna e li costringevano a inginocchiarsi per strada. Da una finestra piovvero cocci, seguiti da libri e carte, che caddero ondeggiando come uccelli feriti e andarono ad aggiungersi al mucchio che si stava formando nella via. La donna in ginocchio piangeva e supplicava, ma le sirene coprivano le sue grida.

Nel buio apparve una fiammella: qualcuno aveva acceso un fiammifero. Una mano lo buttò sul mucchio di carte, che si incendiarono immediatamente.

Lorenzo arretrò, di fronte a quell’improvviso bagliore, e prese di corsa un’altra strada per fare il giro largo. Attraversato il ponte per Cannaregio, scorse il bagliore di un altro incendio. La nostra via. La nostra casa.

Svoltò in fretta l’angolo di Calle del Forno e guardò inorridito il falò che ardeva in mezzo alla strada, alimentato da una montagna di libri. I libri di suo nonno. Sul lastricato brillavano cocci che riflettevano la luce come tante fiammelle.

Il portone di casa era stato sfondato. Lorenzo non ebbe bisogno di entrare per vedere la devastazione all’interno, le tende strappate, le porcellane in frantumi.

«Non c’è più nessuno, Lorenzo!» lo avvertì una vocina.

Lorenzo si voltò e vide Isabella, la figlia dodicenne dei suoi dirimpettai, che lo guardava sconsolata dall’altra parte della strada. «Li hanno portati via quelli della polizia. Poi sono arrivate le camicie nere e hanno dato fuoco alla casa. Sembravano impazziti, sai? Che bisogno c’era di rompere tutti i piatti? Papà mi ha raccomandato di non uscire, ma dalla finestra ho visto tutto. Tutto!»

«Dove li hanno portati?»

«Al Foscarini. Portano tutti là.»

«Al liceo? E perché?»

«Ho sentito che li mandano in un campo di lavoro. Hanno detto a mio papà di non preoccuparsi per loro, che sarà questione di poco. Appena si calmano le acque, li fanno tornare. Una piccola vacanza, l’han chiamata. Papà dice che non si può fare niente, che funziona così.»

Lorenzo guardò la cenere nera e quel che rimaneva della pregiata biblioteca musicale di suo nonno Alberto.



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